L’internal audit nelle amministrazioni pubbliche

Giuseppe Nucci
Release date:aprile 2016
Language:Italiano
Pages:107
ISBN:9788832486551
Publisher:Il Sole 24 Ore
Price:E-book € 14.41

Abstract
L’e-book “L’internal audit nelle amministrazioni pubbliche” costituisce un contributo a quella linea di tendenza, recentemente affermatasi nell’ambito del settore pubblico, che pone le attività organizzative – sia di gestione che di controllo – in una prospettiva più vicina a quella aziendale. Il sottotitolo “Andare oltre gli schemi burocratici. Dal controllo sulla conformità all’analisi dei processi, per migliorare la performance e ottimizzare i costi”, infatti, indica, fin da subito, l’adesione ad un paradigma in cui la conformità alle norme, da obiettivo prioritario, viene ricondotta ad un ruolo strumentale, un vincolo da rispettare e, contestualmente, pone l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione come priorità, accanto alla corretta individuazione delle priorità finanziarie.

Descrizione
L’e-book “L’internal audit nelle amministrazioni pubbliche” costituisce un contributo a quella linea di tendenza, recentemente affermatasi nell’ambito del settore pubblico, che pone le attività organizzative – sia di gestione che di controllo – in una prospettiva più vicina a quella aziendale.

Il sottotitolo “Andare oltre gli schemi burocratici. Dal controllo sulla conformità all’analisi dei processi, per migliorare la performance e ottimizzare i costi”, infatti, indica, fin da subito, l’adesione ad un paradigma in cui la conformità alle norme, da obiettivo prioritario, viene ricondotta ad un ruolo strumentale, un vincolo da rispettare e, contestualmente, pone l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione come priorità, accanto alla corretta individuazione delle priorità finanziarie.

Il lavoro è suddiviso in due parti.

Nella prima parte si forniscono risposte a due domande la cui ovvietà, però, non contraddistingue le relative risposte: cos’è l’internal audit e a cosa serve.

Al riguardo non sono state riportate acriticamente definizioni più o meno note – al contrario, sono state messe in discussione anche quelle maggiormente accreditate – ma si è rivolta l’attenzione sugli elementi e sugli aspetti legati all’identità della funzione, anche con l’obiettivo di favorire spunti critici sulle questioni di particolare rilevanza. Nel capitolo 1, accanto alla descrizione di alcuni parametri caratterizzanti le amministrazioni pubbliche, vengono analizzate nel dettaglio la natura e le funzioni dell’internal audit. Nell’evidenziare punti di vista sia teorici che pragmatici, il focus è stato posto sull’entità e sulle modalità di intervento ma, soprattutto, sui requisiti necessari affinché l’internal audit sia realmente utile, incidendo concretamente sull’organizzazione. I capitoli 2 e 3 sono dedicati a due prospettive: quella giuridica, rivolta alla conformità, e quella aziendalistica, maggiormente attenta alle esigenze di efficienza, efficacia e controllo dei costi, che fino a poco tempo fa erano del tutto alternative e che solo ultimamente – per ora più per necessità che per convinzione – hanno iniziato timidamente ad integrarsi. Si tratta di mettere in sistema funzioni, attività e figure assonanti con l’internal audit, appartenenti ai diversi modelli: ad esempio, in quello prettamente pubblicistico, le figure del responsabile per la prevenzione della corruzione e l’Organismo indipendente di valutazione ed i controlli previsti ex lege e, in quello privatistico, la funzione di governance, dei controlli e del risk management. Con un valore prettamente esemplificativo, è stato elaborato un modello integrato di internal audit. Nel capitolo 4 sono stati indicati alcuni must dell’internal audit sottolineando come anche questa funzione, per svilupparsi, preliminarmente necessiti di un contesto in cui siano presenti determinate condizioni. In proposito è stato fatto riferimento al commitment, all’accountability, alla propensione al cambiamento, al capitale umano, alla motivazione e alla comunicazione interna.

La seconda parte riguarda il funzionamento dell’internal audit.

Il capitolo 5 analizza due temi particolarmente critici nelle amministrazioni pubbliche: la programmazione ed il reporting. Queste fasi sono spesso trascurate e, in tal modo, si compromette la possibilità di inserire le attività di audit in una visione strategica. Gli strumenti necessari per la pianificazione sono stati individuati nelle mappature dei processi e dei rischi e nel piano annuale di audit mentre per la rendicontazione è stato descritto un esempio di reportistica. Il capitolo 6 è dedicato alla conduzione di un’attività di audit: le regole applicabili, il mandato e la procedura di audit, la fase preparatoria, le visite ispettive, le attività comunicative maggiormente significative (le riunioni e le interviste) e, infine, gli output e cioè la relazione finale di audit, i piani di azione ed i follow up. Il capitolo 7 affronta una delle maggiori criticità relative alle attività di internal audit: l’approccio inadeguato con l’Ict. L’uso dell’Ict per la modernizzazione della pubblica amministrazione, e in particolare la realizzazione del suo pieno potenziale, dipende da fattori infrastrutturali ed economici ma, soprattutto, culturali. Ed è in quest’ultimo ambito che si è inteso sottolineare le carenze che investono anche le attività di internal audit. Nel capitolo sono stati riportati due esempi 9 pratici su come la tecnologia possa semplificare verifiche, altrimenti di difficile esecuzione, quali la misurazione della durata dei procedimenti amministrativi secondo le norme contenute nella legge n. 241/1990 ed il calcolo della soglia di anomalia delle offerte, nelle gare di appalto esperite con il criterio del prezzo più basso. Infine, il capitolo 8, conclude il volume soffermandosi su alcuni approcci e strumenti di natura operativa riferiti all’organizzazione ed alla gestione della struttura di internal audit. Oltre che all’ordine di servizio, documento base per definire l’assetto della struttura (distribuzione dei compiti, responsabilità e competenze ecc.), viene descritta una procedura per la misurazione delle attività in termini di giornate/risorsa e per la creazione di indici di presenza del personale. Essa, in sostanza, consiste in varie elaborazioni di specifici time sheet con cui si intende dare una risposta all’esigenza strategica della valutazione della produttività, consentendo di conoscere la tipologia delle attività svolte, quanto è durata ciascuna di esse, in che quota parte ha partecipato ciascun collaboratore e, infine, in che misura hanno inciso le eventuali assenze del personale al netto delle ferie. Si tratta, ovviamente, di misurazioni quantitative, non ritenendo questa la sede per approfondire quelle qualitative.

In definitiva, nel testo si è voluta analizzare l’attività di internal audit mantenendo costantemente in evidenza le sue connessioni con il contesto macro, il settore pubblico, e con quello micro, l’organizzazione. In altri termini, poiché i limiti più frequenti individuati nelle analisi organizzative possono sintetizzarsi nella mancanza di visione d’insieme, e quindi di strategia, è stato perseguito l’obiettivo di sviluppare una visione olistica, integrando approcci e punti di vista diversi e, specificamente, fondendo approcci gestionali e culturali.


Giuseppe Nucci

È un esperto di risk management, internal audit e sicurezza organizzativa, settori in cui ha ricoperto posizioni dirigenziali nell’Agenzia delle Entrate, nei Monopoli di Stato, nell’Agenzia delle Dogane e nel Comune di Roma. È presidente dell’organismo in- dipendente di valutazione della performance del comune di Reggio Emilia e componente dell’organismo di vigilanza, previsto dal Dlgs n. 231/2001, dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale (Ater) di Roma. Attualmente è e ettivo nell’Arma dei Carabinieri con il grado di colonnello, presso il Comando Generale.
È autore di circa cinquanta pubblicazioni e collabora con il “Quotidiano Enti locali e PA” del Gruppo 24 ORE – con cui ha pubblicato L’internal audit nelle amministrazioni pubbliche (2016) – e con il sito www.riskcompliance.it, inserito in una piattaforma europea che comprende anche una sezione olandese, tedesca, francese e inglese, in cui sono trattate le tematiche più attuali su governance, rischio e compliance. Da oltre vent’anni svolge attività semina- riale presso istituti universitari e scuole di formazione manageriale. Attualmente insegna nel Corso executive di Enterprise Risk management presso la Business School della Luiss.